Gli affari in Turchia 323 Auolie perchè, in fondo — bisogna pur essere sinceri — ben pochi desideravano e facevano voti peluria Turchia liberale, destinata necessariamente a turbare una quantità d’interessi! La politica estera è fatta oramai a base di mercantilismo. La Turchia era finora un ottimo mercato e un otlimo cliente per le industrie e per i banchieri di questo o quel paese. Dove trovare un altro naeso "M quale, alle persone intraprendenti fosse più facile d’imbastire grossi affari di ogni genere? Tutti gridavano contro la corruzione : ma tutti ne approfittavano, lietissimi vi fosse un paese nel quale con delle grosse mancie ai favoriti di palazzo, si potevano vendere, a prezzi largamente rinumerativi, fucili o cannoni, navi da guerra: si potevano far dei prestiti a condizioni vantaggiose : avere, per prezzi irrisori, concessioni di miniere, di foreste, e, finalmente, far dare delle cariche largamente retribuite ai propri connazionali. Le potenze avrebbero desiderato — questo sì — che si riuscisse a evitare le lotte e lo spargimento di sangue, e specialmente il sangue cristiano, in Macedonia. Se fossero riuscite ad ottenere tale resultato, per tutto il resto, non avrebbero domandato di meglio che il prolungarsi indefinito d’uno stato di cose dal quale avevano tutto da guadagnare. L’Europa che non si è commossa per le stragi degli Armeni, che per mezzo dei suoi diplomatici, ha trattato fino a ieri con quell’Izzet Pascià che ne è stato l’ispiratore, colmandolo di tutti gli onori possibili, non si sarebbe certo commossa per la fine misteriosa di qualche centinaio di Giovani Turchi annegati nel Bosforo o mandati a morte nel lontano Yemen o nel Pezzan! Tanto vero che, mai, prima d’ora, si era occupata di quei Giovani Turchi che ora destano tanto entusiasmo. Cioè sì. A Parigi (e parlo quindi