Il gen. De Giorgis e Hilmy Pascià 125 essere degli strumenti in mano della politica turca e quindi i complici indiretti della oppressione esercitata dalla Mezzaluna contro le popolazioni cristiane. La campagna cessò solo quando, di fronte ad accuse meno velate del solito, vi iu qualche ulliciale che reagì... e che lasciò capire di non essere disposto a sopportare dell’altro, insinuazioni delle quali si sa peva benissimo la fonte. Da principio, il De Giorgis con questo suo atteggiamento ottenne realmente qualche cosa. Hilmy pascià parlava sempre col più grande entusiasmo del suo collega il generale De Giorgis, dicendo che l’Europa non avrebbe potuto avere mano più felice nella scelta. Ma, intanto, nell’interno, si continuava a massacrare tranquillamente, e crescevano di numero i soprusi dei soldati e degli ufficiali turchi. II generale De Giorgis, che ne era informato dai suoi ufficiali, presentava i reclami a Hilmy Pascià, il quale, invariabilmente, prometteva di prendere provvedimenti. Ma alle promesse non corrispondevano mai i fatti. Venne allora il periodo nel quale il De Giorgis si accorse di essere giuocato da Hilmy Pascià. È stato il periodo nel quale, finita la organizzazione teorica, si trattò di applicare il regolamento della Gendarmeria. Il regolamento fu approvato dalla Sublime Porta e sanzionato da un iradè che concedeva alla Gendarmeria il diritto di intervenire in qualunque caso e di sindacare la condotta di qualunque funzionario, di qualunque grado. Quando il De Giorgis lasciò capire essere oramai giunto il momento di applicare il regolamento e in questo senso scrisse a Hilmy pascià una lettera molto cortese nella forma, ma chiara e abbastanza vibrata,