L'eccitazione popolare a Sofia 335 Turchia chiese più che mai l’appoggio delle Potenze invocando il Trattato di Berlino. Vi furono giorni nei quali si temette da un momento all’altro lo scoppio delle ostilità, per quanto si vedesse chiaro che i Giovani Turchi, accortisi del passo falso, non volessero spingere le cose e cercassero frenare coloro che spingevano alla rottura. Mentre questo incidente era aperto e si aggravava ogni giorno, e giungevano notizie nelle capitali europee di un fermento che pareva avere un carattere molto serio fra i Serbi del Sangiaccato di Novi-Bazar e della Bosnia, il Sovrano bulgaro andò a Pest a far visita aH'Imperatore d’Austria, ove fu accolto con la più grande cordialità. A Sòfia intanto cresceva l’eccitazione popolare, mentre, come ho detto, ancora qualche giorno prima, si erano veduti fraternizzare, e stringersi la mano come gente che ha imparato a stimarsi e ha dimenticato ogni rancore, ufficiali turchi con ufficiali bulgari. Era logico, naturale che il risentimento, in Bulgaria, scoppiasse vivissimo, constatando che, malgrado questo suo atteggiamento di simpatia, e la lealtà dei suoi intendimenti, il primo atto del nuovo Governo, per quello che riguarda la politica internazionale, fosse stato uno sgarbo fatto al Principato, sollevando quella questione della indipendenza, sulla quale è giustamente così suscettibile l’amor proprio e il sentimento nazionale del popolo bulgaro. Nel-l’esaminare la complessa e intricata questione balcanica — e per giudicare equamente l’atteggiamento dei Bulgari e del loro Governo — bisogna tener conto della lotta incessante, che questo popolo giovane e generoso, risorto a nuova vita dopo la guerra dei 1877, ha sostenuto per tanti anni, e delle difficoltà