Il giudizio di un ambasciatore britannico 259 costanze favorevoli, potesse agire. Era stata proposto una Conferenza internazionale a Costantinopoli, la quale avrebbe dovuto stabilire le riforme da introdurre nell’impero ed i mezzi per assicurarne la esecuzione. Fu sopratutto di fronte a questa minaccia contro l’integrità e l’indipendenza del paese, che Midhat credette di dover agire sollecitamente (1). Nel dicembre del 1875, Midhat ebbe con sir Enrico Elliot, Ambasciatore di Sua Maestà Britannica, una conversazione della quale l’ambasciatore stesso raccontò i particolari, parecchi anni dopo (2), e che mostra quale fosse il concetto e il programma di Midhat. Nel dicembre — scrive I’Eiliot — Midhat pascià venne a trovarmi, e mi spiegò i suoi progetti, in tutti i particolari, che fino allora non aveva mai fatto conoscere, per quanto sapessi quale fosse in complesso il loro carattere. L’Impero, mi disse, va rapidamenteverso l’abisso : la corruzione era arrivata a un punto incredibile, i servitori dello Stato morivano di fame, mentre milioni e milioni finiscono a Palazzo e solo un mutamento completo di sistema poteva ancora salvare il paese. Non vedeva altro rimedio possibile, che quello di stabilire un controllo sul sovrano e sui ministri che — specialmente nella questione finanziaria — dovevano essere responsabili di fronte a un’Assemblea Nazionale; questa assemblea non poteva essere veramente nazionale, che sopprimendo tutte le distinzioni di classe e di religione e stabilendo la perfetta uguaglianza fra Cristiani e Mussulmani. E in base a tale concetto da Midhat e dai suoi amici fu poscia preparato lo schema di Costituzione, che presentarono poco dopo ad Abdul-Aziz, quando questi, spaventato dalle dimostrazioni ostili che avevano avuto luogo a Costantinopoli, fece nuovamente appello agli uomini noti per le loro idee piuttosto liberali. Mehmed Buddi pascià fu allora nominato (1) Vedi Ali Haydar Midhat bej — Opera citata, pag. 44. (2) Nìnetcenlh Cenluru, Febbraio 1888.