L'opera dei generale italiano 119 fendo agire, nemmeno per impedire i sorprusi più ovidenti. Ma, l’opera sua si è svolta allà vista li lutti, e se nemmeno colle persone pili fidate egli ha manifestato l’animo suo, nè si è confidato quando era facile a tutti il notare anche nell’espressione del volto l’amarezza, il disinganno e il dolore di non poter compiere ciò che egli giustamente reputava il suo Io-vere. e come soldato e come rappresentante dell’Italia in quella disgraziatissima regione della Penisola Balcanica; se il compianto generale si era sempre imposto il più scrupoloso riserbo, ciò non ha potuto impedire, che molte cose si sapessero »igualmente, e che l’eco d’una infinità d’incidenti deplorevoli giun-pesse all’orecchio depli Italiani, che vivono in Macedonia, o a Costantinopoli, producendo una impressione penosissima. A che servirebbe ora il tacere, e perpetuare le illusioni e l’intranno nel quale alcuni vorrebbero si cullasse sempre il nostro paese, senza pensare che a questo modo ci si prepara un ben triste risveglio? E non è. forse, rendere onore alla memoria del valoroso soldato, il far noto, in quali condì rioni, egli ha dovuto svolgere l’opera sua. onde ciò possa servire di snida al generale che eli succederà, ed all’opinione pubblica perchè possa formarsi quel concetto esatto della situazione e della posizione nostra in Macedonia : oprcri per l’appunto che la questione delle. Riforme è nuovamente posta sul tappeto? In uno dei suoi ultimi discorsi sulle relazioni Austro-Italiane. il conte Goluchoskv. lamentandosi dei tornali, che tanto in un paese e nell’altro hanno talvolta nociuto a queste buone relazioni, con una frase che ebbe un certo successo, e che fu. dopo, ripetuta spesso anche da noi. desiimò srii scrittori e i giornalisti come ■ srii irresponsabili ». Probabilmente. secondo il concetto del Goluchosky, i gioma'i