Il dissidio Austro-Russo 53 giorno, e che ha non solo per la Serbia, ma anche per noi un cosi grande interesse. Essa deve far riprendere ai traffici, come mi diceva con entusiasmo il IVst ich, quella via serbo-latina che seguirono |wr mollo tempo nel medio evo. rinnovando l'antica amicizia della Serbia con Venezia. Hrlgruto, IV Aptlk. II. IL DISSIDIO AUSTItO-RUSSi » VISTO NEI BALCANI LA SITI’AZIONE IN DM.GARIA. All'indomani del famoso discorso col quale l’Aeh-renthal fece conoscere all'Europa il piano politico ferroviario dell'impero Austro-Ungarico nei Balcani, e mentre fervevano vivaci le polemiche e le discussioni fra Vienna e Pietroburgo sulla nuova situazione creala da quel discorso, i giornali d'Europa parlarono per qualche settimana del « conflitto au-stro-russo ». Ora l'intonazione di quelle polemiche non ha più quell'asprezza, e sarebbe esageralo parlare di conflitto. Ma il dissidio esiste, assoluto, profondo e inconciliabile, perchè sono inconciliabili i programmi, le tendenze, i sentimenti dei due paesi in tutte le questioni che riguardano la Penisola Balcanica. I dieci anni nei quali — dal 1807 alla fine del 1007 — i due Imperi hanno, come si direbbe, proceduto di consena nella questione orientale, e da Mflrz-*teg in poi. anche ad esclusione delle altre Potenze, sono come una grande parentesi che si è chiusa col discorso Aehrenthal. L'Isvolski col suo recenle discorso alla Duma, malgrado la forma mollo cauta, con la quale ha toccato II dolicelo argomento, lo ha lascialo capire ben chiaro; ha messo la pietra fune