INTRODUZIONE L’ITALIA E LA TURCHIA. LA NOSTRA DIPLOMAZIA. Il discorso col quale il Ministro degli Esteri Austroungarico annunziò alla fine del gennuio scorso il nuovo programma ferroviario politico dell'impero nei Balcani, aveva iniziato una nuova fase della questione d’Oriente, rompendo immediatamente l’accordo austrorusso che durava da parecchi anni e creando una nuova situazione diplomatica. I recenti avvenimenti e il mutamento di regime in Turchia, naturalmente, hanno fatto passare in seconda linea, la questione delle ferrovie balcaniche. Ma, il diverso orientamento, nelle relazioni, specialmente fra alcune Potenze, è andato ugualmente accentuandosi. Di fronte al pericolo che, l’esperimento della Turchia liberale non riesca, o che per una ragione qualsiasi potessero sorgere, da un momento all’altro, gravi complicazioni, i ministri degli esteri moltiplicarono le loro visite e i loro convegni per stabilire assai probabilmente la loro linea di condotta nel coso di eventualità che non si potevano escludere, e proclamarono il loro accordo completo sulla opportunità di mantenere un atteggiamento di benevola aspettativa verso la Turchia, e di non creare difficoltà all’opera dei Giovani Turchi. Ma se indubbiamente era vivo nei Governi e nella Diplomazia il desiderio d’eliminare, per quanto era possibile e le cause che potessero rendere ancora più difficile una situazione cosi complicata, e quelle che potevano turbare le relazioni fra le Potenze più inte- JC uno «n. Turchia liberai*.