Il Sultano firma i’« hatti » per la Costituzione 183 dal Corno d’Oro alle colline di Eyroub, le prime luci dell’alba illuminavano le fisonomie terree di quel ' gruppo di uomini, che stretti intorno ad un vecchio scarno, che dell'uomo non ha più che la parvenza, lottano per i destini di un popolo, per un paese, per una nazione... Da due ore circa Kiamil pascià si ò allontanato segretamente. Said pascià, rimasto solo a combattere contro tutti gli oppositori che guadagnano ad ogni istante terreno, si difende ora fiaccamente, cerca ora di tirare in lungo con le sue argomentazioni. Solo, di tratto in tratto volge 'o sguardo all’uscio, donde egli solo sa che può venirgli un aiuto... Kiamil rientra. Ita un aspetto solenne, imponente. Con un atto supremo di coraggio egli giuoca l’ultima carta... Ha in mano un breve rapporto che ha fatto foggiare con finissima astuzia... Lo legge al Sultano tremante. Da tutte le caserme gli ò venuta la notizia, che la rivolta è già a Costantinopoli. Nei battaglioni che stamane prenderanno parte alla rivista del Selamlik, quando il Califfo si recherà a pregare alla moschea, tutti gli ufficiali hanno già abbracciato il partito della libertà. Le truppe obbediranno al loro comando. AI passaggio del Sultano gli sarà chiesta la Costituzione per forza! Kiamil, piega il ginocchio e porge al Sultano la penna e la gran pergamena. Lo liatti imperiale che ripristina la Costituzione è scritte... Il Sultano vi appone la sua firma... » E mentre il sole sorge, più fulgido che mai su questo lembo di terra che la natura ha benedetto di tutte le sue più magnificenti bellezze, i famigliari trasportano nelle sue stanze il vecchio Abdul-Hamid che ò caduto svenuto... » Poche ore dopo, i telegrammi delle agenzie, annunziavano a tutto il mondo, che la Costituzione del 1876, era richiamata in vigore, e che una nuova èra,