Per controbilanciare gli armamenti austriaci 395 il Parlamento italiano non abbia lo stesso diritto del Parlamento austriaco di discutere intorno al modo di provvedere alla difesa della patria — l’on. Tittoni pregò l’on. Felissent di recarsi da lui alla Consulta e lo scongiurò di non prendere la parola, come ne aveva manifestato l’intenzione, per dimostrare quanti e quali mezzi d’offesa abbia concentrato l’Austria alla nostra frontiera. Tanto che l’on. Felissent, sentendo che gli sarebbe stato impossibile tacere rimanendo alla Camera, parti da Roma. In tutto questo atteggiamento non vi è stato certo molta dignità da parte del Governo italiano, — e parlo del Governo e non del solo ministro degli esteri, poiché l’on. Giolitti intervenne personalmente nella questione per la relazione Pais sul bilancio della guerra — ma era sembrato che. finalmente, il Governo si fosse reso conto della situazione e dei pericoli che ne minacciavano. Vana illusione! Un breve colloquio col mellifluo barone Aehrenthal, e le solite assicurazioni hanno diradato qualunque sospetto: ci hanno di nuovo convinto che l’Austria sarebbe stata la più gelosa custode dello statu quo che nulla sarebbe stato fatto o pensato dall’Austria a danno dell’Italia. Che bisogno vi era, date queste assicurazioni, di usare qualche cortesia, di cercare di stringere vieppiù rapporti di amicizia, con la Serbia, per esempio, con uii piccolo Stato che nella politica internazionale, quando si è sicuri dell’amicizia con l’Austria, si può considerare come una quantità trascurabile? 11 Governo italiano non ha compreso quello che pure a tanti è sembralo così chiaro ed evidente circa l'atteggiamento del nostro paese nelle questioni balcaniche : anche indipendentemente da ogni questione di sentimento ed unicamente dal punto di vista dei