VAgente Civile Austro-Ungarico 123 non riesci di sapere dal Ministero nemmeno se doveva presentarsi in uniforme o in abito civile. Dopo lunghe insistenze per avere qualche norma sul modo come regolarsi, fu invitato a provvedersi di un frak, — perchè, gli dissero alla Consulta — era assoluta-mente necessario. Ed è l’unica « istruzione » che riuscì ad avere dal Ministero degli Esteri! Tutta l’azione dell’Agente Civile Austriaco si svolse in modo da impedire ogni iniziativa al De Giorgis, cercando di farlo apparire come un suo subordinato, o, per lo meno, un’autorità che dipendeva dagli Agenti Civili, e che non poteva far nulla senza chiedere a loro ordini od istruzioni. Mentre tutti gli altri Aggiunti Militari europei, addetti al comando della Gendarmeria, mandavano i loro rapporti sulla zona a loro affidata, l’Aggiunto Austriaco — naturalmente obbedendo alle istruzioni del Von Muller — non si faceva mai vivo, per cui toccò più volte al generale De Giorgis di chiedere ad un ufficiale meno elevato di grado, e che, fino ad un certo punto, dipendeva da lui, le informazioni necessarie, onde mantenere un certo collegamento e una certa uniformità d’azione nelle varie zone. Ma è precisamente tale uniformità di azione che gli ufficiali austriaci in Macedonia non hanno mai voluto. Della Gendarmeria essi han lasciato capire, in tutti i modi, che non hanno alcun desiderio di occuparsi, e che mirando a ben altri scopi hanno istruzioni dal loro Governo ben diverse da quelle degli ufficiali degli altri paesi. Siccome la loro zona è in continuazione del Sangiaccato di Novi-Bazar, con questi ufficiali di gendarmeria hanno mirato soprattutto a stabilire una continuità di occupazione. E invece di occuparsi di Gendarmeria, per molto tempo, il loro principale lavoro è stato quello di fare