288 UN REGIME SCOMPARSO. quarto di medjidié, magari tendendo di nuovo la mano per larvi capire che ne vuole un altro, fino al ministro e alle persone che ricoprivano le cariche più alte o di fiducia intorno al Sultano, tutti si comperavano per ottenere favori, titoli, concessioni. Intorno al Sultano, mentre lo Stato era sotto la tutela delle Potenze come un fallito, e si dibatteva cercando sempre nuovi espedienti per far fronte agli impegni imprescindibili, vi erano favoriti che, a questo modo, hanno fatto in pochi anni fortune favolose. Intorno a sè il Sultano non voleva, del resto, che gente corrotta. Ed era il primo ad incitare al ladroneccio sotto le forme più diverse. Egli sapeva benissimo che, tutti quanti, quando andavano a portare l’annunzio di un iradè col quale accordava una concessione, un diritto, un titolo, o col quale permetteva un affare qualsiasi, si facevano dare un compenso — un bacscich. Considerava anzi come uno stupido chi non sapeva approfittare di una circostanza simile 3 del favore che egli faceva dando un incarico di questo genere. Qualche anno fa, a questo proposito, accadde a Ildiz Kiosk una scena molto caratteristica. Il Sultano aveva dato l’incarico a uno dei suoi favoriti — di secondo ordine — di quelli che si contentavano di guadagnare somme relativamente modeste — di portare a un banchiere europeo il decreto per una concessione alla quale aspirava da molto tempo. Al funzionario di palazzo che gli portò il decreto — il banchiere consegnò per suo compenso un gruzzolo di 40 mila franchi. Quando, qualche giorno dopo, il Sultano rivide il funzionario gli domandò, a bruciapelo, quanto aveva avuto dal banchiere. Preso alla sprovvista, e temendo di essere rimproverato 0 punito per aver preso troppo, il cortigiano credette bene di non confessare che la metà.