102 A ( OslANTir.OPOI.l Stalo e del Sultano, la situazione finanziaria è arrivata al punto che, a volte, qualche grosso personaggio gira per tutta Costantinopoli e va a battere a tutte le porte per trovare un prestito di mille lire lurche per qualche pagamento urgente: che ad o-gni momento il Governo ha bisogno di somme a prestito per pagare una parte degli stipendi agli impiegali di qualche amministrazione, i quali protestano e minacciano degli scandali. Senza contare che la Banca Ottomana ha un altro mezzo per avere dalla sua il mondo burocratico: quello di scontare i Buoni che gl'impiegati ricevono invece del loro stipendio. e che poi dà come denaro, quando deve fare dei versamenti allo Stalo. fi colpo per il monopolio delle miniere di Eraclea, insomma, era riuscito. Salvo, bene inteso, la questione relativa alla concessione italiana. Tutto l'entourage del Sultano era stato convertito... all’aflarj francese — quando intervenne personalmente il Sultano stesso, il quale non ha davvero grandi simpatie per la Francia, dopo la dimostrazione navale di Mililene, che non le perdonerà mai, ma che. indipendentemente da tale considerazione, ha veduto nel monopolio francese un prave pericolo. Per tre ragioni il Sultano si ò pronunziato in modo assolutamente contrario ai suoi consiglieri ufficiali. Prima di tulio si era convinto che sarebbe stato un errore l'alienare un bacino che può essere una grandissima ricchezza per il paese : in secondo Ino ito. perché, a 120 chilometri da Costantinopoli, «i verrebbe a costituire un centro europeo. I.e miniere, pare abbia detto il Sultano ricordando il Transvnal. sono il mezxo adoperato dajrli Europei per impadronirsi pian piano di un paese. D’altra parte, ha pure aggiunto, un porto in mano dei Francesi vu >1