Bande di briganti 143 laggio intero che hanno distrutto, e, vicino agli uccisi, si fanno collocare delle bombe, delle armi, delle munizioni, per far credere fossero veramente dei rivoluzionari o dei dinamitardi! Che cosa possono fare in un ambiente simile quei poveri ufficiali nostri, isolati, che si trovano ad essere i soli europei nel villaggio? Isolati moralmente e materialmente, poiché, per mesi e mesi, le strade sono sepolte nella neve e le comunicazioni sono impossìbili. Nell’aspetto dato a questa famosa gendarmeria riorganizzala, si sono create, sul genere delle nostre, delle stazioni di carabinieri che hanno ciascuna un certo raggio d’azione. Anzi adesso, specialmente per iniziativa del povero generale De Gior-gis e de’ suoi collaboratori, queste stazioni non hanno più come prima delle sedi impossibili, in case mezzo diroccate, ma sono state costruite appositamente delle casette di vario modello — dei Karacol come si dice qui — perchè anche questi poveri gendarmi possano, se non altro, ripararsi dal freddo. Ma questi karacol sono anche essi più che mai isolati. E poi cosa possono fare questi gendarmi e i capi posti, lontani da Monastir, lontani dall’ufficiale che più direttamente è incaricato di sorvegliarli e di istruirli, quando, invece, possono trovare un ufficiale turco pronto a minacciarli se hanno la cattiva ispirazione di lare dello zelo? Nella maggior parte dei casi bisogna si limitino ad andare sul posto quando tutto è finito... e dopo aver constatata la morte, a fare il solito rapporto per dire che non si sa nulla dei colpevoli. Adesso poi, sotto un certo punto di vista, la situazione è diventata più grave, perchè non tutte le bande hanno uno scopo e una finalità politica. Erano evidentemente delle bande di briganti, quelle bande