Il ponte sul Danubio e la Rumenia 27 spera poi che, col tempo, possa essere costruita una ferrovia che scenderebbe fino a Okrida, e poi da Okrida si dirigerebbe alla costa, toccando Elbassan. Oggi come oggi non è possibile si tacciano le due linee : ma, col tempo, e in un avvenire forse non lontanissimo, potrebbe essere costrutta anche questa ferrovia, la quale sarebbe, in certo qual modo, la transbalcanica bulgara, colla quale sarebbe invece tagliata fuori la Serbia. Certamente, nell’Oriente europeo, la Bulgaria, oltre essere lo Stato più vasto per superfìcie, è anche lo Stato militarmente più forte, e nel quale la popolazione cresce cosi rapidamente da assicurarle fra pochi anni, anche per questa sola considerazione demografica una supremazia sugli altri. E non è punto fuori del verosimile che. attraverso le provin-cie macedoni e albanesi, il Principato abbia un giorno degli sbocchi commerciali nei tre mari; e che la bandiera delle navi bulgare, che da qualche anno solcano il Mediterraneo e si spingono cariche di grano fino ai porti del mare del Nord, e specialmente ad Anversa, sventoli a Salonicco o in un porto dell’Adriatico, dove le ferrovie porterebbero i prodotti del Principato. Nel regno di Re Carlo, immediatamente, all’indomani della guerra turco-russa, si parlò del gran ponte sul Danubio per mettere in comunicazione la Rumenia con la Penisola Balcanica. I Rumeni, come è noto, non si considerano Stato balcanico. Allora pareva più naturale il fare un gran ponte sul Danubio. preventivando una spesa che oscillava dal dodici ai venti milioni, nella parte ‘del fiume che ■«corre fra la Rumenia e la Bulgaria. Ma quegli entusiasmi sono ora svaniti da un perzo. Non solo: ma vi è anzi una corrente che non vuol più sentir