— — l'ovvia ma falsa idea di considerare l'Adige da altro punto di vista che da quello di una bisettrice dell’offesa Austriaca, la quale senza di essa verrebbe ad operare nel cuore della vallata il proprio congiungimento. Egli ricorda molto a proposito come le battaglie di Lo-nato e di Castiglione, date dopo 1’ abbandono di questa linea, stata tanto accuratamente predisposta e difesa da lui medesimo, non che quelle di Rivoli e della Favorita ne siano evidentissima prova. Che se invece ad Arcole egli ha combattuto sull'Adige, ciò non fu che con preoccupazioni gravissime. « Nei tre giorni di battaglia durati sull’AI-pone, ogni sera egli sgombrava Arcole conquistato coi maggiori sacrifizi, per ritornare con tutto l’esercito a Ronco, sulla sponda destra dell’Adige, per tema che il Vaubois fosse obbligato a retrocedere dalla Corona battuto dal Davidovich. » Poiché, egli dice nella sua corrispondenza (voi. 29), se questi arrivava dinanzi a Mantova prima dcll’escrcito francese, tutto era perduto; se invece l’esercito francese vi giungeva esso primo, tutto era guadagnato. E la ragione per la quale nella prima e seconda sera Napoleone abbandonò Arcole era quella plausibilissima di potere, occorrendo, levare a mezzanotte il ponte di Ronco, e, se le notizie di Rivoli cosi esigevano, spingersi a Roverbella prima del Davidovich. Unito al Yraubois stimava possibile batterlo e ricacciarlo in Tirolo e poi tornare ancora sull’Adige prima che l’Alvinzi avesse potuto passarlo. Che cosa era adunque lo stesso Adige nel concetto di Napoleone ?