potentissimo Paulo, così chiaramente, che non occorre ceno che se ne riparli, nè è probabile che ti si contenda in astratto da nessuno. Sicché la quistione si forinola cosi : V" ha, sulla frontiera orientale del Regno, oltre il confine attuale di esso, una terra che è parte della regione Italica, e che, se si aggiugnesse allo Stato italiano, gli darebbe modo di difendersi, quando fosse offeso, senza abbandonare all’ inimico nessuna parte del proprio territorio, e d’altra parte non leverebbe all' inimico il modo di difendersi del pari sul suo, quando l’offesa partisse d’ Italia. Ora una terra cosiffatta deve, secondo ragione, essere soggetta al potere sovrano di quà dell’ Alpi o a quello di là ? La risposta pare ovvia. Pure potrebbe subito trovare un primo intoppo dove appunto le si cerca un aiuto. Poiché 1’ argomento a cui ci sogliamo, pri> ma d’ogni altro, appigliarc, è quello del principio di nazionalità, che ci ha dato diritto e ragione di distruggere sette Stali, e di edificarne uno dalle rovine di tutù. Se non che questo principio non ha esso solo il privilegio che manca ad ogni altro, d'essere in tutto chiaro, e di potere, quindi, da solo definire e dùooglierc ogni controversia tra' popoli, insognerebbe, ad ogni modo, cominciare dal definirlo, e talune delle definizioni che gli si possono dare, non ci