— 214 — Se ciò non avvenisse, a nulla ci servirebbe tenere in mano la stessa rocca di Adelsberga, e l'intiero sistema, per cui dimostriamo il modo unicamente valido a difendere l'oriente del Regno, ne andrebbe distrutto. Vero è bene che il varco di Lippa è forse men atto degli altri tutti ad essere compiutamente munito, ma v’ha compenso a ciò nel lungo cammino che fa il nemico per tradursi dalla linea del Sava, e precisamente dal suo fianco sinistro di Zagabria, già ben discosto dal centro di Lubiana, primieramente nel bacino del Culpa e poi attraverso le Dinariche in quello del Quarnaro. Se non che il possesso dell’ Alpe Giulia darebbeci ben altro schermo ancora la mercè dell’ Istria, come abbiamo più sopra avvertito. Quanto essa valga a presidio della stessa linea dell1 Isonzo, lo abbiamo da Napoleone. Ei la chiamava il complemento del Regno d’Italia (t), peroccchè, e lo scriveva al principe Eugenio, Palmanova non rende padroni dell’Isonzo (2), ma si l’Istria, come notava quest’ultimo al duca di Ragusa (3). Gli è perciò che nel 1805, dopo la battaglia d'Austerlitz, ordinava l'imperatore non si ripassasse l’Isonzo, la cui sinistra sponda doveva ancora con Trieste rimanere all’Austria, finché l’Istria, eh’ era da congiungere e fu congiunta al Regno d'Italia, non fosse occupata, e, occupatala, si tenesse Monfalcone quale anello con essa (4). Egli è per questo ancora, che sebbene l’Alpe Giulia fosse tuttavia lasciata al-l’Austriaco, veniva ordinata negli intendimenti difensivi del Regno una strada militare attraverso l'italiano dipartimento (1) Thiers, loc. cit., libro 23. (2) Marmont, Mémoires, lib. XIV, pag. 471. (3) Marmont, Memoires, lett. 27 settembre 1806. (4) V. la corrispondenza tra Berthier e Marmont, loc., cit., lib. IX, Schònbrunn 28 e 31 dicembre 1805; Linz 28 gennaio; Monaco 5 e 26 febbraio 1800.