che si richiede e converrà mandare ad effetto (o prima o poi — o nei campi della pace o in quelli della guerra) per conseguire l'importantissimo scopo di salvare l'Oriente, il Mediterraneo, 1’ Europa dall' egemonia delle genti slave e germaniche. Ora, a ciò rendesi necessaria appunto un’ Austria fede* rale inorientata, ossia, con altro nome, una Confederazione danubiana. Ponetevi, vi prego, sott' occhio qualsivoglia carta geografica di quella si importante parte del nostro continente. Non è egli vero che la smisurata conca, la quale, attraversata dal Danubio, sta fra le alpi tedesche e italiane ad occidente e i Carpazii, i Balcani e le Dinariche agli altri lati, costituisce nei riguardi territoriali una regione a se? E questa regione non giace alle porte più gelose dell’ Eu-roga di faccia alla Russia ? Non s’interpone fra le nazioni nordiche e le meridionali ? Come dunque, senza gravissima imprudenza, scinderla in più Stati, che tutti sarebbero deboli a tenere validamente sì gelosa guardia, anziché costituirla in una sola potente aggregazione politica T E poiché vi ha una vecchia dinastia militare, che già regge una gran parte di essa, perchè correre la ventura con altri principati novelli, invece che raccoglierla tutta sono gli stessi Ab-sburgo ’ Né vale minimamente l’opporre il fatto delle diverse stirpi, come la tedesca, la magiara, la jugoslava e la rumena, le quali abitano quel vasto paese. Nessuna di esse vi ha un territorio a se ; — bensì tutte si diramano l’una nell' altra e si screziano a vicenda là dove I' onda delle trasmigrazioni passò c ripassò più grossa e frequente per secoli; — nessuna di esse basta a sè ; — nessuna ha diritto d'imporsi alle altre ; — nessuna affida da sola I' Europa ; — nessuna da sola sarebbe altro che una dipendenza della Germania nella metà occidentale dell' impero e frammenti di Russia nell'orientale. Quale ordinamento, pertanto, potrebbe meglio di cotesta Confederazione danubiana garantire alle singole nazionalità di quella regione la loro indipendenza e servire