nebbie del Savo c del Lubiano, si viene accostando alle alture di Postoina e del Prcwald, vede il cielo italico tingersi del colore di orientale zaffiro e sente aleggiarsi d’intorno i tepidi venti marini. » E sulla unità e indivisibilità naturale di questa dalla rimanente regione italiana. non meno chiaro del cielo, dell' aria e della superficie, parlano le profondità e le latebre intime «del suolo. Il Taramelli dimostra, nel citato annuario scientifico del R. Istituto tecnico di Udine, che la struttura geologica da Tarvis a Pontebba c diversissima nei due versanti della stessa montagna. Ma quello che più importa è l’unità geologica intuita dal Taramelli, e in via di essere dimostrata da lui, di tutte le varie parti della catena Giulia colla quale notò rispondenze e coincidenze in tutta l’Istria. Lungo la Dragogna, presso Pinguente, ad Albona e nel Carso Istriano gli pareva di trovarvi i colli di Buia, di Mon-tenars, di Brazzano e di Medea, tante c tali vi erano le reali analogie di roccie, di fossili e di relazioni stratigrafiche. «Tranne l’orizzonte liburnico, egli scrive al Marinelli, che e esclusivo alle Giulie meridionali, fino a Medea non ho trovato nell' Istria alcun piano che non avesse il suo analogo nel Friuli, e la comunanza delle relazioni stratigrafichc e tale che 1' asse di sollevamento congiunge il M. Maggiore dell’ Istria col Matajur del Friuli, e l'asse di inclinazione o disinclinale decorre difilato dal campo di Osopo al golfo del Quamero. •