— 236 — zione degli studi classici, questa schiera (a trasceglierne soltanto un drappello e tacere di ogni contemporaneo) conta l’altro Vergerio e il Flaccio, rinomatissimi nella storia della Riforma, — il Muzio, che meritò di essere chiamato l’emulo del Davanzati, — il Santorio, illustre caposcuola nelle mediche discipline, — il Carli, gloria della scienza economica italiana e insieme storiografo fra i più eruditi del secolo del Muratori, che pur tanti se n’ ebbe di grandissimo valore, — il Carpaccio, .le cui tele sono qui, in questa città monumentale, ammirate fra le più degne opere del purismo della scuola veneziana, e ne contendono la palma a quelle del Giambellino e del Cima da Conegliano, — e inoltre il sommo Tartini, vero genio della musica, che legò alla posterità non solo le immortali sue armonie, ma dottrine così profonde e nuove sulle leggi de’ suoni che gli studi recenti riconoscono ogni dì più meravigliose. — Quando pure l’Istria non portasse sul proprio scudo altro titolo che questo, lascio giudicare a voi, propugnatori delle ragioni dell1 ingegno, se non dovremmo, meglio che riconoscerle, vantare la italiana sua cittadinanza. Ho precorso i tempi di cui mi resta far cenno, tratto da sì confortanti ricordi. Rifacendomi ora su di essi, cioè sull'ultimo periodo della storia di Venezia nell'Istria (chè così ormai va chiamata la storia di questa provincia), soggiungo tosto, che, sebbene a maggiori intervalli, nemmeno allora le mancarono memorande occasioni di distinguersi per larghi sacrifizi di sangue e di averi in difficili cimenti contro lo straniero. 1 Turchi, gli Austriaci, gli Uscocchi più volte la invasero, la depredarono, la coprirono di stragi, ed ella trovò in sè l’animo sempre pari al pericolo. E avvenne perfino che da sola respingesse talora i fieri assalti, con armi proprie e con a capo quel nobilissimo suo patriziato, il quale si meritò a storico delle sue gesta, come tante ducali di questi archivi rendono fede, lo stesso Governo della Repubblica. Nè questa, incontratasi coll’ Austria, giusta quello che