— 82 — del Maltempo dirimpetto all’isola di Veglia. E non è la sola. Peggio assai fanno i Tedeschi. Gli scaglioni di Idria, gli altipiani di Postoina, dice l'Antonini, vengono segnati in modo da farvi scomparire le traccie del limite oltre al quale le acque si versano da un lato nel Lubiano e nel Savo e dall’ altro nell’ Adriatico. Cosi la linea divisoria delle àcque dal colle di Camporosso, confine naturale fra la Germania e 1’ Italia, in parecchie carte è appena avvertita. E soggiunge : « Codesti artifizi sono posti in opera per servire alle esigenze dell’Austria, la quale, dacché l’Italia cessò di essere una semplice espressione geografica, più che jnai si va industriando ad inframmettere dubbi su ciò che in addietro non fu soggetto di controversia. L’Austria trapiantò nella valle italiana dell’Adige il Tirolo, nella ralle italiana del Fella la Carine», nella valle italiana del Vipaco la Carniola, nella valle italiana dell’ Isonzo la Germania federale; però tali usurpazioni in danno dell’ Italia erano soltanto politiche. Ora si vuole coonestarle, facendone complice la scienza geografica, ovvero puntellandosi al bisogno con certe ragioni dedotte dalla etnografia e stortamente applicate. » • Vi hanno scrittori moderni (tedeschi per lo più) i quali recisamente sostengono Trieste, Gorizia, Aquilcja non essere città dell’ Italia, ne l'Istria potersi considerare terra italiana. E le Alpi ? Queste, secondo l'avviso di que' paradossisti, appartengono