- 84 - no imparziali è a carico morale più nostro che loro. Per quanto possano parere esuberanti le già date, non è inutile moltiplicare le prove per mettere tutti in avviso della necessità di aguzzare e tendere ognora il proprio senso critico, vedendo non solo come si svisino all’ uopo storia, tradizioni, ma anche fatti naturali, facendo a fidanza colla pazienza degli otfesi e la inerzia dei moltissimi rifuggenti dalla briga di ogni riscontro. Il Marinelli stesso, l'autore che protesta contro il severo giudizio del Correnti intòmo alla mala fede degli scienziati partigiani, ci fornisce, come fu annunziato più sopra , non poca parte del materiale per le seguenti osservazioni. K noto come sia da Giulio Cesare, o per lo meno da Augusto, che viene alle Alpi Giulie il loro nome, il quale comparisce prima in Tacito, poi ai tempi di Alessandro Severo nella Tavola Peutingeriana, » non che in San Girolamo, Sesto Rufo, Ammiano Marcellino, poi nell ’ itinerario Jerosolimitano del quarto secolo, e nello scolastico Sozomeno del quinto. Affinché non potesse dubitarsi della comprcnsività di tale denominazione, la quale taluni supponevano limitata al passo di Nauporto, che il Giam-bullari chiama la solita strada dei Barbari, saltò fuori per gran ventura un famoso documento geografico, la vita di San Martino di Venanzio Fortunato da Duplavio vescovo di Poitiers, del sesto secolo, dove