— 228 — Ma se cosi evidentemente nostra è la terra istriana, lo è del pari la sua popolazione ? 11 fatto di alcune rustiche tribù di Slavi, sparse per la sua campagna, come lo sono pure in alcune parti del Friuli, e come vi hanno Teutonici nel Veneto, Francesi nel Piemonte, e Albanesi su quel di Napoli, le toglie forse di vantare pienamente la patria italiana nei riguardi etnografici ? Io prendo qui in esame, comecché alla sfuggita, quel-l1 unica delle condizioni del mio paese nativo, la quale può indurre, chi ben non lo conosce, a credere, che una delle sue ragioni di appartenerci non gli sia propria cosi assoluta-mente quanto ogni altra. L1 Istria, o signori, di cui le statistiche austriache ci danno l1 anagrafe, non è già P Istria che sola porta questo nome nella storia e quale distinta unità topografica, sì per lo contrario è l1 Istria amministrativa, vale a dire un’ aggregazione politica operata dai reggitori di Vienna coll’annettere alla vera regione istriana parecchi territorii, anche d1 oltralpe, occupati per intiero o quasi da gente slava, e che in ogni tempo le furono estranei. Non è di questa creazione artificiale e recente che cade qui di occuparsi. Qui va considerata unicamente P Istria del suo nome secolare, del suo popolo, della sua patria italiana, P Istria che giace a’ piedi della Vena e del Caldera fra Duino e Fianona, — e in essa anche la ragione del numero sta pegP italiani suoi abitanti, i quali di un terzo superano gli slavi. Ma v1 è ben altro che li fa padroni del campo. Quella piccola ma animosa popolazione italica, le cui origini rimontano alla più lontana antichità, e che rinvigorita dal-l’elemento latino e dal veneto tenne P Istria da sola sino al secolo nono (come lo attesta il famoso placito dell' 804 nel codice Trevisan) e quasi da sola sino oltre alla metà del decimoquinto, serbò sempre incorrotto attraverso ogni vicenda il suo carattere nazionale, sì eh1 è tutta una sola famiglia dalle stesse sembianze e dallo stesso spirito, quan-