- 220 - » a minacciare le altre due, ove tal forza attiva di legni » fosse accolta in Pola da poter con essa aggredire il ne-» mico alle spalle. » Ma tal forza l’Austriaco non possiede, e lo stesso riferito scrittore lo confessa, scongiurando lavori che solo in parte poterono consentire le finanze austriache. Sì per lo contrario quella marina che non ha nè può avere 1’ Austria avremo noi, e gli argomenti del nemico, con cui egli va esprimendo i desiderii suoi di assoluta signoria deH'Adriatico, si ritorcono contro di lui. Ove tenenessimo noi a Pola una squadra, pur non conseguendo così il dominio dell1 Adriatico tutto, certo avremmo assicurato contro esterne aggressioni e sorprese tutto quel nostro lido. Quando Pola sia in nostro potere, se non è resa impossibile, certo diviene quasi innocua e a noi e ad altri l’esistenza d’altra squadra nell’ Adriatico, per quanto appoggiata alle fortezze di Lissa e di Cattaro. — In conseguenza Pola in mano all’ Italia assicura un avvenire di pace, ed è ciò quindi interesse, più che italiano, europeo. « Perduta Venezia (così altro ufficiale austriaco in notevole opuscolo (i), vólto a dimostrare la necessità del Veneto per l’Austria e per la Germania) imperioso bisogno di sicurezza trarrebbe l’Italia nell' Istria. » E ben a ragione, soggiungeremo noi, essendo certo, come ci siamo studiati di provarlo, che non si compie l'Italia a Venezia, ma nei porti dell’ Istria e sui varchi dell’ Alpe Giulia. Prima di conchiudere questa breve memoria, cui di proposito volemmo restringere alle cose che più interessa rammentare, non possiamo rimanerci di aggiungere, avere la storia d’ ogni tempo posto in sodo la verità, che quanto è alto il valore per 1’ Italia dell'Alpe Giulia, tanto n’ è facile la conquista per chi è vincitore nel Veneto. Difatti 1’ invasore, rotto nel Friuli, deve immancabilmente sgombrare tutta (i) Der Resiti Venetiens, Entgegnungen von Aresin, Capitano di Stato Maggiore. — Vienna, Gerold, s. a.