— i(58 — II. Ma vengo al colonnello, il quale compensa colla ufficiosa la deficiente importanza letteraria e scientifica del suo lavoro. Senza di ciò chi sarebbe andato in fondo ad uno scritto nel quale si trovano errori storici come i seguenti : — non essere stata che l’Austria a resistere alle invasioni ottomane ; — non aver essa mai molestato i vicini ; — essere i veneti di razza illirica ; — essere stata Venezia tiranna e spogliatrice dell’Istria; — e geografici, come quello: — che il litorale dell’Adriatico occupato dall’ Italia non è da meno di quello tenuto dall'Austria; e l’altro, che non è il Trentino che penetra nel territorio del nostro Regno, ma sì dei nostri uomini politici più assennati c autorevoli, e dirigerebbe ancora, come fece fino alla nuova Associazione, non istriana, ne triestina, né trentina, dell' //.i/m irredenta, il movimento politico per la Venezia Giulia non solo al di Ih. ma anche al di qua dell' Isonzo, se fossimo stati più conscguenti alle anteriori nostre relazioni con esso, e non ci fossimo invece messi ad un tratto a fare gli smemorati, i sussiegati, gli apatici verso le tanto giuste e insieme tanto prudenti sue aspirazioni, prestando cosi occasione di farsi innanzi, e forza di farsi ascoltare e di sostituirsi, agli elementi più avanzati. I quali, del resto, se hanno levato più rumore, non hanno operato ancora la centesima parte di quanto operarono i patrioti moderati dell'Alpe Giulia, essendo un fatto comprovato da una lunga serie di documenti eh' essi si distinsero fra i migliori in ogni campo della nostra attività nazionale, da quello dell' apostolato scientifico "a quello delle armi, ed 0 dovuto alla sagacissima loro perseveranza se ora si comincia a comprendere che la loro causa è nostra, è la causa, com’ essi ben la chiamarono sempre, della sicurezza d'Italia alle sue frontiere orientali e dell'Adriatico.