— i5o — stano a sè ; il mare è per entrambe non solo comunicazione ma vero ostacolo; le condizioni militari marittime si valgono, anzi si equivalgono, e la storia, l’etnografia, le idee, le inclinazioni, i costumi, ogni cosa infine che unisce noi divide loro. Essere a Portsmouth e avere il nemico a Boulogne non è nulla. Essere a Venezia e averlo a Pirano e a Pola è come stare a Messina e vederselo anzi sentirselo a Scilla od a Reggio. Nè diverso fu mai il concetto strategico del governo italiano che vuole intanto un terzo cantiere, se non un arsenale, ed una terza grande stazione a Taranto, specie di vertice esterno del triangolo strategico marittimo, il quale per la sua approssimativa equidistanza fra i due arsenali compagni verrebbe a mantenere una evidente armonia nelle relazioni e nelle percorrenze. Ma può esso oggi il governo italiano avere « pronta e libera la scelta della via per muovere all’ uno e all’ altro dei due grandi bacini per avventura minacciati dal nemico ? Può « combinare 1’ azione propria con quella proveniente da uno qualsiasi degli stabilimenti della base ? 1 » Ma quello che l’amministrazione della marina istantemente chiede, e che gli strateghi deH'lmpcro t Sono i precisi termini nei quali U nostri amministrazione Jella marina espresse le sue giuste idee intorno ai nostri bisogni stratcgico-marittimi. Veggasi la proposta di legge pel riordinamento degli arsenali marittimi del Regno, none hi la relazione parlamentare del Fambri (5 e 17 giugno. 18781.