il Coiz, il Gimbi ed altri raccolsero notizie accuratissime. Riguardo alla prima epoca, senza contare le secondarie propagini di quei popoli che si confusero con altri maggiori e lasciarono nel carattere etnografico appena qualche leggiero vestigio, i principali sono i Veneti o Eneti sulla costa inferiore, i Pelasgi (che i neo-etnologhi passino l’andeo e ben comprensivo vocabolo; alle foci del Po e lungo i lidi istriani tino all’Arsa, e, sovrapposti a questi, gli Umbro-Etruschi e i Grecanici, sparsi in colonie nella parte inferiore d’Italia, detta da essi Magna Grecia, indi i Liburni su gran parte delle isole e buon tratto dc-i lidi sinuosi del Quamaro, ultimi gli Illirici dal confine Liburnico fin presso agli Acrocerauni. Quale cognazione avessero questi popoli tra loro, se fossero o no in gran parte rami dello stesso vecchio tronco Pelasgico, non è bene accertato. È bensì certo che nessuna delle sci schiatte potè prevalere in modo da signoreggiare interamente per lungo tempo il mare Adriatico, c meno ancora da attirare a se le altre fuse in una civiltà unica. Erano senza dubbio prevalenti per civiltà le genti Umbro-Etrusche della regione padana inferiore e dell* Istria, ed il Carli nelle sue Antichità italiche ne dà prove molteplici. Questi clementi però rimasero disgiunti lino al momento nel quale la grande opera del genio latino riuscì a raccoglierli ed a ro manizzarli più o meno secondo l'indole e le attitudini. Taluno dice che furono in tutto il senso della parola;