— 153 — È il caso che il Manzoni non credeva possibile, quello delia ragione tutta intera da una parte. L’attuale nostro confine coll'Austria • Ungheria non è pertanto un fatto che abbia un senso di nessuna specie. Esso non è che lo scotto di due giornate infelici : Custoza e Lissa. — Ne ha dunque uno storico, sciamerà taluno. — Non sarebbe esatto neanche in parte ; se mai, lo avrebbe penale. E, del resto, naturale ed anche giusto che chi è rotto paghi. Ma paghi come? Gin indennità, con possedimenti che senza levargli l’integrità etnica e i mezzi alla giusta tutela di sè gli interdicano vie e mezzi di novelle offese; paghi anche, se vuoisi, con temporanee occupazioni di garanzia, e va dicendo ; ma, ove si miri per davvero alla pace, non gli si deve far pagare con nulla che elimini in ogni avvenire prossimo e lontano la possibilità della benevola od almeno tranquilla convivenza dei due popoli. Violati questi criteri, a che si va? A questo: che chi è leone se ne fa la parte, ma con ciò stesso si obbliga a non cessare un solo istante di essere leone, cioè mai malato, mai impigliato in altri imbarazzi. Ammesso che ciò sia possibile, non e certamente buono, e, ciò che può pesare anche più su certe bi-lancie. non è affatto comodo. Quel dover sempre fare i conti a questa maniera : « Qualsiasi nemico esterno e perchè no anche interno?) può contare a’ miei danni sopra un alleato le