— 20 — si allarga nell’ Istria inferiore sotto il Quieto, ad occidente delle tribù finora discorse. Conservano gli usi tuttora originali della famiglia slavo-serbica ; il vestito e il linguaggio correttamente nazionale accusano la recente immigrazione. Molte suddivisioni potrebbero farsene, sottilizzando sulle differenze; ma siccome in complesso sono minime, basterà notare soltanto che i villici di Peroi, fatti passare da taluno per Greci di nazione, sono invece Montenegrini della Chiesa d' Oriente, e che qualche avanzo degli invasori Uscoc-chi si trova nei luoghi di Altura e Cavrano fra Dignano e il Quarnaro. I Morlacchi (nome che impropriamente si dà dagli Italiani talora anche ai Cici, e quasi sempre a quelli che accoppiano 1’ elemento Sloveno al Serbico ) si distinguono tosto alla maschia struttura, ai modi rozzamente franchi, all’ alto berretto di feltro, ai filetti azzurri onde si adomano gli assettati calzoni di grigio bianco. L’uso delle due casacche e dei sandali sembra preso da quelle tribù delle quali s’è più sopra descritto e parlato. Resta ancora da indicare la tribù degli Sloveni italianizzati, i quali in numero di 15,ooo circa abitano il paese fra la Dragogna e il Quieto, e vestono e parlano italianamente, e i 3,ooo Rumeni della Val d’Arsa superiore, i quali abitano ora i villaggi di Grobnico, Berdo, Susgnevizza, Villanova, Lctai, Gradigne e Jessènovic. Costoro smarrirono ogni antica costumanza, e conservano solo, quantunque guasto, il linguaggio romanico. Ma di questo