— 175 — ov’ egli persista a non voler niente imparare e niente dimenticare. V. Quali sono oggi i sensi e i propositi delle popolazioni italiane indipendenti comparati a quelli delle rimaste sotto il dominio austriaco ? È un curioso riscontro. Le prime (comprese quelle stesse che subirono più bieco e spogliatore il dominio austriaco, ed hanno reminiscenze di insulti e di sangue ) nemmeno perciò si mantengono refrattarie agli effetti benefici del tempo. Al contrario, esse tengono conto all’Austria dei mutati suoi ordini e ricordano non senza gratitudine le cordiali accoglienze del Re d’Italia a Menna, e la cortesia della restituita visita a Venezia, che giudicarono atto pieno di abilità generosa. Le loro aspirazioni, pur rimanendo determinate e ferme, non si mostrano irrequiete ne feroci, e partono da conunzioni spassionate anziché da orgogli o rancori. Più d'una volti in Parlamento, anche da uomini politici di parte avanzatissima, 1* alleanza austriaca venne consigliata e quasi inculcata. E quindi chiaro che, nella questione della Venezia-Giulia, nulla esiste nel Regno d'Italia che presenti quel carattere di passione politica che suole in dati periodi invadere ed invasare gli animi dei popoli precisamente come quegli degli individui. Se non che una tale assenza di rancori, che ad