- 83 — all' Europa, non all’ Italia, perocché il suolo italico incominci a pie' delle Alpi, non sul vertice di esse. Nè le Alpi s’inarcano a cingere le pianure Eridanie; ma da Gamberi vanno a Vienna, e dal Gottardo in là sono montagne della Germania. L’Adige, il Brenta, il Piave, il Tagliamento, l’Isonzo recano al mare tributo di acque germaniche. Quanto alle Alpi Giulie, la fantasia dei poeti può averle immaginate, o nel lontano orizzonte forse talvolta qualche valligiano di Gorizia o dell' Istria sognate, scambiandole cogli orli più elevati delle Carsiche alture, chè l’Italia ad oriente è aperta, manca di naturali frontiere, e trovasi signoreggiata dalla giogaie alpine, le quali ■s’innalzano nel cuore dell’ Europa. » Se poi dico che gli stranieri, o, per essere più preciso, i Tedeschi sono in questo ancora tanto meno imparziali di noi, ciò per verità torna ben più ad accusa nastra che loro. Imperocché in Italia, sia povertà di studi o d’animo, ed è forse d’amendue, come dubita il Combi, all' aulico confine dell’ Isonzo molti deboli spiriti si acquetarono, ed un generale italiano, senatore e pubblicista per giunta, che non aveva studiato la questione, osò chiamare disputabile geograficamente la questione del nostro confine orientale. Se l'Antonini lo tratta male, io non saprei che dire, e non posso avergli altro riguardo che quello di non lo dure. La partigianeria fa compatti gli stranieri avversari, l’inscienza fa sconnessi e qualche volta contradditorii i nazionali. Laonde quel molto me-