pei molti guadi, il Brenta. Basta rammentare le campagne del principe Eugenio nel 1809 c nel 1813 per rimanere certi, che I’ abbandono della linea dell’ Isonzo trae subito a quella dell'Adige, e lascia cosi tutto il Veneto in mano al nemico. E questo abbandona che infallantemente terrebbe dietro ad una sorpresa, fatta si probabile dalle imperiose necessità del complessivo sistema di guamimento, non sarebbe già fuori di questione nemmeno allora chc l'esercito nostro campeggiasse numeroso in sulle rive dell'lsonxo. La marcia di Nugent da Fiume su Trieste bastò già a rimuovere dalla linea del Sava il viceré d'Italia, e bastò puranco a costringerlo a frettolosa ritirata ben oltre l'Isonzo stesso. D’altra parte, quale saggezza a confidare le sorti della frontiera non ad altro chc a battaglia in campo aperto ? É mestieri adunque veder modo per cui le armi nostre trovino agio di raccogliersi anche da questo lato, prevenendo il nemico almeno sull'Isonzo, c quivi pure non la sola prodezza del difensore ne giovi la fortuna. Ora. l'uno e l'altro scopo si raggiunge appunto col possesso dell'Alpi- Giulia c per conseguenza del-l'Istria, che n'e l'appendice marittima e la naturale cittadella. Abbiamo già detto come la Giulia supcriore non ¡schiuda altro varco che quello del Predil. Fino ad Idria pertanto terremmo da quella forte posizione ben guardato il confine. È dunque solo nella Giulia inferiore che vanno per noi erette le opere di difeso. L'altipiano da Idria ad Adclsberga fu già irlo di militari baluardi nei secoli di Roma, che in su quei termini aveva alzato are sacre all'Italia. Avanzi di torri c di mura in esteso giro vi si riscontrano ancora. e ne viene manifesto come i Romani, con accorgimento invero da maestri nell'arte della guerra, avessero chiusi gli sbocchi e nella valle dell' Idria c nei burroni di Podkray c Zoll e nelle strette di Longatica di Piattina c di Adclsber-ga )tV l-a moderna scienza nulla detta di più giusto alla (t) Vedi fra altro, intomo alle fortificazioni delle Alpi Giulie, le Mitthcilunften Jes hisloriuhen Verrini /ir KrJin, an. IX. pag. 31, e an. X. pag. 13.