— 102 — immagini dei loro dii e quante più corone d’ oro avevano nei loro templi. — Così Erodiano. Il senato fece grande onore ad Aquileia e segnatamente alle sue cittadine, decretando, in riconoscenza delle recise chiome, un tempio a Venere calva. Non è facile spiegarsi come una città tanto fornita per un assedio da scialarla e gettare ogni ben di Dio agli assediami prima per canzonatura, indi per misericordia, dovesse poi mancare di corde pegli archi. Ma lasciamo correre e adoriamo senza discussione Venere anche calva. Sta intanto il fatto, che se la porta orientale d'Italia fosse rimasta aperta, Massimi no se ne andava difilato sotto Roma, che si sarebbe difesa forse meno e meno felicemente di Aquileia, perchè i barbari non avrebbero patito quivi la stessa fame che alle radici delle Alpi. Che del resto tale porta non fosse stata interamente aperta, i Romani ebbero ben poco merito. Giulio Cesare ed Ottavio Augusto avevano capito perfettamente l'importanza del Friuli, ma dopo di loro la beata, o, meglio, ignava pace aveva fatto obliare ogni cosa. Erodiano, è sempre lui qui che d fa le spese, descrive il senso di terrore che aveva invaso il campo di Massi mino, tutto di barbari, quando da loro fu visto 1' altissimo selvoso ostacolo delle Alpi. Se gli Italiani, sdamarono, si sono appostati tra quei gioghi per fard fronte nei posti più ardui a superarsi, riusciremo noi a vincere e nemmeno a salvard ? —