— 18 r — la via ed è quella per intanto di affamare la regione, e metterne a dure prove le frazioni riottose. Ora che la disgraziata soffre per la mancanza d’ogni prò-dotto, costui ne propugnò per giunta l’isolamento da tutto il mondo. La penisola non ha commerci terrestri che con Trieste, che è ancora porto franco, e marittimi che colla stessa Trieste, resale estera dal privilegio interno, e col Regno d’Italia, estero secondo i trattati. — Ebbene, cotesta Istria, egli disse a Vienna, comprendetela nel sistema doganale austriaco : una volta che le avrete tagliati i viveri, le bizze passeranno. Altra volta fu vinta una simile proposta, dettata da dottrinarismo insieme e da rancore, che il dottrinarismo, come assoluta e tenace cosa che è di sua natura, del rancore ne ha sempre. La prova ebbe già corso. Se non che in presenza dei fatti il governo austriaco pure riconobbe essere tanto vero che llstria non è sua d’ interessi più di quel che sia di lingua o di spiriti, che dopo un paio d'anni di tormentosa inclusione senti la necessità di metterla fuori dal proprio sistema doganale, perchè alla lettera non vi si campava più e diventava l’Irlanda ddl'Adriatico. E nondimeno oggi si è da capo a volerla reincludere per punirla dell'italianità. Cosi, pel sospetto di questa, anche ogni progresso interno vi è attraversato. — Si vuol costituire una Società di navigazione? — Pochi anni addietro si rispondeva: no! — Una scuola agraria? — nemmeno ! si risponde ora. — Una biblioteca ? Un monumento al Carli ? Neanche per idea. — In