Saifnitz che poco prima di Tarvis divide con un depresso culmine, alto appena 24*59 piedi, la valle camica del Gail dall’ italica del Fella e riesce per una lunga cruna alla Pontebba, si staccano le Alpi Giulie che da Tarvis al Quamero corrono 260 chilometri e cominciando umili s’innalzano poc’oltrc, intorno alle alte valli della Roccolana, della Sava e dell’ Isonzo, fino alla regione delle nevi perpetue coi picchi del Mangert (8462 p.), del Rombon-(679i p.), del Canin (8400 p.), del Km (7005 p.) e del Tricorno, il principe delle Alpi orientali (ì 0,015 p.). Tra le falde occidentali del Tricorno c i monti di Predii, ove s’ apre il passo che mena dal Goriziano (alto mille piedi più che quello di Saifnitz), serpeggia Val Trenta ove sono le prime vene dcl-P Isonzo. Il muro delle Giulie benché giri a spinapesce dintorno alle scaturigini di parecchi fiumi (la Coritenza, P Isonzo, il Tolmino, la Bazza, PIdria, e il Vipacco da una parte, la Savizza, lo Zcycr, la Soura e il Lubiano dall’ altra), pure scende verso mezzodì sì continuo ed erto, che per tutti gli ottanta chilometri correnti tra il Predii c P Idria non dà alcun varco. L'Alpe Giulia pertanto può dividersi in due parti, superiore ed inferiore, facendo cominciare questa dai monti che si elevano sopra le sorgive dell' Idria. È infatti fra Idria e Sevrach che le montagne si allargano e quasi dire affogano in un vasto altipiano dove le cime e i risalti, chi li guardi di lì, non paiono più che uno sparso e bizzarro rilievo di colli petrosi.