— 184 — vra. Aggiungasi che i più fra gli uomini politici e pubblicisti austriaci non giudicano più giusto del di là che del di quà dell’ attuale confine. Taluni di loro non distinguono in Italia i partiti temperati dagli estremi cui la questione è più mezzo che fine. Essi stimano, o fanno le viste, che noi vi abbiamo tutto di comune. È un equivoco. Altri per converso (e tra questi vi è desso, l'Haymerle) mostrano di credercene necessariamente agli antipodi, e sbagliano poco meno. Sarebbe un equivoco confondere noi coi partiti estremi ; ma sarebbe pure un altro quello di dire che noi moderati, di comune, non vi s’ abbia nulla, e che anzi in ogni caso si disconoscerebbero le iniziative quandocchesia e comecchesia avventurate da loro. Noi vogliamo, é vero, 1’ assetto ed essi Io screzio, noi l’unione e l’unità, mentre essi non si arresterebbero dinanzi a dissensi o a distacchi ; ma siccome le linee di nessuna specie di indirizzi non sono mai rette perchè di linee rette in politica non ne sono esistite mai), ne viene che un incontro ed un punto comune resta sempre possibile. Non ci si accusi di fornicazioni o di contraddizioni per questo. Se due gruppi vogliono per davvero la stessa cosa, essi possono anche ripugnare fieramente da tutte le altre, ma è spesso fatale che