- 43 - mentre vediamo ¡1 marchese d’Istria Vinterio, officiale del re Ugo di Provenza, far uso di sua potestà ed assoggettare a balzello l’antico libero commercio dei Veneti in Istria, vediamo pure Giustinopoli (la quale già costituita a Comune coi suoi consoli di popolare elezione, offriva il primo esempio in Italia, dopo Venezia, di civico magistrato) tradurre in iscritto l’antica alleanza con la stessa Venezia, ed esibirsi spontanea a darle contributo. E 1’ anno seguente osserviamo altro trattato fra lo stesso marchese di Istria, i nostri Comuni e Venezia, con cui si affranca nuovamente il commercio e si riconfermano le somministrazioni al Doge. Anzi pattuivano gl' Istriani che dove il re comandasse di far guerra a’ Veneti, ne darebbero loro contezza, affinchè a se provvedessero. Nè il fatto dell’ alleanza Veneziana era semplicemente un fatto o formava una costante protezione del gius pubblico allora costituito. Dopo che Corrado I fece ereditario il marchese d’Istria in un Vecellino e che tale più tardi divenne anche la contea in un Engelberto, ed anche dopo, quando cioè i vescovi tutti imbaronirono nelle idee e nei modi, i Comuni ingranditi, ed afforzati di agri tributari non che di diritti usocatti ed anche scritti, continuarono a fare da sè i fatti propri senza darsi per intesi del conte, del marchese o del vescovo. Anzi trattarono sempre senza e talvolta fin contro di loro. Basti infatti ricordare la Lega lombarda, nella quale l'Istria prese parte sempre con Venezia, facendo con essa