Quello dei Sergi di Castro-Pola, signori della città di Pola come cagnotti patriarcali, fu a dirittura popolare. L’ anno 1271, nella sera del venerdì santo, i congiurati Istriani con alla testa uomini della famiglia popolana dei Gionatasi, si dividevano in due drappelli. L’ uno vestito il saio dei fratelli di santo Stefano, coperto le facce colle cappe, traeva a un dato segnale le armi e massacrava tutti i Sergi che facevano parte della processione’; 1’ altro intanto, dato 1* assalto al Castello di Castro-Pola, scannava i rimanenti. Soltanto un bambino, minimo ma non ultimo rampollo della odiata famiglia, veniva dalla pietà domestica sottratto alla strage e calato con una fune nel sottoposto convento dei Francescani, dove un fraticello lo raccoglieva e recava in sicuro oltre il bosco di Ciana. In Istria, ai nemici del nome veneziano ne toccarono di queste, e parecchie. Fatti di non minore ferocia colpirono la famiglia dei Ranfi, la quale in Trieste, come già a Pola i Sergi , aspirava alla separazione politica e militare ed alla signoria. Pochi lustri dopo la strage, dal rampollo salvato . rigermogliarono i Sergi, nuovamente portati ed imposti a Pola da Gastone della Torre e da Pagano, patriarchi e marchesi. Pola insorgeva ferocemente. Domata, ma per poco, essa rivinceva il punto della cacciata dei suoi