— 217 — scampo sicuro, ma ogni opportunità di essere tradotti, cosi richiedendo le sorti infelici della pugna al confine, sulle seconde linee, e in ogni caso su quella importantissima del Po, propria tanto a ristabilire la fortuna delle nostre armi. E con ciò noi entriamo ora a discorrere brevemente dell1 importanza militare di questa provincia anche sotto i riguardi della difesa marittima. « Al quadrilatero, in sul confine terrestre, sta esercito « degno di un grande Stato, e vi sta pronto alla battaglia... « Ma è confine eziandio la costa, e confine di molto « più periglioso, perocché il mare, sia libero e le navi « a vapore valgano ad assalirlo rapidamente su qualunque punto meglio convenga. Abbiamo si fortificazioni marit-« time: ma esse son punti e non mura chinc-si.... E stan-« ziassero pur truppe sui nostri lidi, non potremmo consi-« dorarle chc quali posti perduti, incapaci d1 impedire sbar-« chi vigorosamente condotti. » Cosi scriveva, or non è molto, un arciduca austriaco, fatto poi imperatore di lontano regno, ben giustamente trepido di quanto dee volere l’Italia nell' Adriatico. E ripeteremo anche noi, per nostro conto, che pur le coste sono frontiera, e frontiera assai difficile a guardare, se forte naviglio non la copra. Ora, tutto il lido orientale d'Italia, da Aquileja a S. Maria di Leuca, né ha, né può avere porto di guerra, basso com' è. piano e sabbioso, con rade malsicure ed ancoraggi pochi ed infidi, incerto, instabile, profondamente corroso e smarginato da gran copia di fiumi, di canali e di stagni, nonché esposto ai venti levantini chc ne contrastano la navigazione, e colla corrente del golfo che di là volge e non è meno ad essa nemica. Gli studi del Menis e del Paleocapa sull'Adriatico, le pubblicazioni politiche del contrammiraglio austriaco de Wollerstorf (i), e le (i) Il Mare Adriatico descritto e illustrato con noti-