- 54 - vallee, fa tutta sua. « La vallata continentale, egli dice, coll’ annessa penisola lunga e stretta, le tre grandi isole a mezzodì e le parecchie minori a ponente, costituiscono la regione italica, i cui limiti naturali rimangono delineati con precisione non minore che se fossero quelli d' un’ isola. » Il Correnti, nell’ annuario statistico italiano del 1864, osserva con irrecusabile verità ed acutezza che tutti indistintamente i geografi da Tolomeo al Balbi furono di questa opinione, e che il mal gioco di sofisticarci i nostri confini non cominciò che dal momento nel quale l’Italia parve divenuta qualche cosa di più che una semplice espressione geografica. Infatti, quando essa era padrona di tanto mondo come quando cessò anche di essere tale fin di sé stessa, la questione dei suoi confini non era che un fatto dottrinale. Ebbene, sta in ciò la debolezza ovvero la forza delle citazioni infinite che possono venire allegate a prova del riconoscimento dei nostri diritti per parte di tutti ? Le citazioni remote hanno senza dubbio tutto il grandissimo valore di fatti appurati e proclamati colla più completa imparzialità, vale a dire nell’ assenza di tutte le passioni e i secondi fini, dei quali nessuno potrebbe, a cagione di esempio, accusare nè Strabone, nè Plinio, nè Erodiano, persone abbastanza lontane da ogni tentazione in proposito. Nessuno per converso potrebbe supporre perfettamente sgombro ed imparziale l’animo dello Schmidt,