— 173 — rizione del concetto della nazionalità il maggiore dei sacrifizi che esso abbia mai fatto a sè stesso, cioè quello di una parte di sè al proprio tutto. E come no? Sarebbe egli stato patriotismo il sopprimere e troncare ad un tratto 1' azione iniziata, e rinunziare a Milano, a Bologna, a Modena, a Firenze, a tutto quello che doveva venire, e che ci affermava subito uniti e presto forti, per conservare Nizza ? O non sarebbe stata piuttosto paura delle accuse reboanti e rettoriche, cioè mancanza di spirito di sacrifizio e dottrinarismo letterale e sterile ? Quanto alla guerra della Germania contro alla Francia, essa ebbe senza dubbio la causa prossima in un concetto di preponderanza politica ; ma sembra davvero incredibile che possa essere uno scrittore tedesco colui al quale sfuggano le cause vere e massime preesistenti da secoli e radicate per 1’ appunto nelle tradizioni e nelle passioni più evidentemente etnografiche. Egli si ferma al particolare dell’ annessione della Lorena. Non è sicuramente un onesto particolare ; ma quando è stato mai possibile nemmeno sperare di metter fuori di giuoco le passioni ? Pigli pure il signor Haymerle anche un popolo tutto di filosofi, poi me li inebbrii a quel modo li di rancori settari e di vittorie, e mi dica se sia compatibile colla natura umana che esso da ultimo non passi il segno. Ma, ciò malgrado, vi è nulla di più essenzialmente nazionale da una parte del fatto dell' unificazione tedesca, e dal-