XXIX È chiaro, dunque, ii problema. Noi dobbiamo conseguire migliore frontiera che non è ora la no* stra : ed abbiamo il diritto di volere che la regione tutta, che senza dubbio è geograficamente italica, sia politicamente italiana. .Ma a ciò occorre che la influenza dell' italianità progredisca in alcune parti di questa regione: e il fine, ad ogni modo, non deve essere conseguito, se non con intero rispetto delle relazioni intemazionali, e senza punto minacciare nè scuotere la potenza dell'Austria. Potrebbe parere che porre il problema cosi sia tutt’ uno col non volerlo risolvere. Ma quest' apparenza è appunto falsa ; poiché, chi guarda bene, o la via di risolverlo è questa, o non ve n'ha nessuna. Solo, perchè questa via unica si possa battere, è necessario che il Regno d’Italia abbia una politica intema ed estera capaci di così gran fine. Ora, è bene confessare che la politica interna ed estera del Regno, oggi, sin dove si può dire che n' abbia una, è appunto la più contraria che si possa pensare così a questo fine come ad ogni altro, alto, largo, nobile, degno che vi si miri. — L’ Italia dovrebbe esercitare una grande attrattiva su cotesti residui di stirpi forestiere che dimorano ancora sopra terra eh’ è sua ; « quest'attrattiva, lo splendore della sua