Il dottor Kandler donava queste carte alla Biblioteca Nazionale di Milano. Dall’ esame della prima carta topografica si raccoglie, come i Romani avessero 1’ avvedimento di costruire un duplice vallo, che comincia da Fiume e spinge la prima linea avanzata sin oltre Oberlay-bach, ' e la seconda linea mettesse capo ad Aidus-sina,ove esisteva unciM/rwm romano. Tra Aidussina ed Oberlaybach, lungo il varco tortuoso delle Alpi, avevano i Romani distese altre due linee intermedie di mura fortificate; cosicché, prima di giungere ad Aidussina, dovevansi prendere d’ assalto tre linee di fortilizi. Se si riscontrano queste grandi linee di propugnacoli sulle mappe topografiche , si scorge come vi siano state poste a segnare e coprire i confini. Se poi si consultano le storie, i monumenti e le stesse tradizioni etnografiche, viene ognora più comprovato il fatto, che quando l’Italia fu autonoma, cercò e mantenne i suoi confini orientali là dove la natura glieli aveva creati. E il Sacchi fece opera degnissima a dimostrarlo cosi efficacemente all'istituto Lombardo. Appena, seguita egli a notare, appena Augusto rese permanenti le milizie romane, fece inviare ncl-l’Istria le legioni dei veterani per custodirvi i confini. A questi vecchi soldati, che pretendevano premi bellici, fece distribuire alcune terre dell’ Istria, e (t) Quev.o pf i '.o Tallo rc-ir.« cottmito ¡28 «sai prima dell'era volgare.