dello Stato proponeva, come fu detto, di afforzarla con tali opere permanenti intorno a Sacile da costituirvi un campo ed una piazza di rifugio, e con una doppia testa di ponte sul passaggio di Motta. La Camera non volle saperne. L’ on. lìmole Viale, relatore per la difesa continentale, ne fece proprio una giustizia fin troppo sommaria. Infatti, se fra l’Adige e le Giulie c’è qualcosa che valga ad arrestare l’invasione, eli’ è una minaccia di fianco, la quale venga da un campo ben munito e da una trasversale che abbia salde teste e sbocchi assicurati, vale a dire doppio e ben munito fiancheggiamento e facoltà di ritorni offensivi.
   Il Bertolè Viale citò Napoleone I, il quale aveva incisamente detto che nella valle dell’ Isonzo di fortificazioni non ne voleva, perchè sarebbero riuscite troppo vantaggiose ad un nemico che se ne fosse impadronito. Ciò faceva gran comodo alla Commissione, la quale evidentemente non aveva fede nelle condizioni idrauliche e topografiche della linea.
   Difendetevi dalle parti, veniva a dire in fondo il Bertolè, sbarrate bene i passi sulla vostra sinistra, non vi lasciate spuntare la destra, che il mare e le paludi proteggono, e coi fianchi cosi guardati, manovrate, se siete in forze, approfittando dei vostri Berici ed Euganei non che delle vostre linee fluviali, le quali, anche essendo quel che sono, a qualcosa servono, imperocché, se la poliorcetica è di diffìcile contentatura, alla tattica invece, quando le truppe son brave e in numero, ogni carta fa bazzica. E