— 197 — patimento ! Ma non vi pare questa una contraddizione da menti boriose e ristrette ? Non mi fate colpa se esprimo con acre parola il disgusto che provo all' udire opposizione cosi poco scria c vile. Non poco m'irrita pur 1’ altra, affatto diversa, di certi ottimisti, i quali si attendono dalla Germania ogni ben di Dio, dalla musica dell' avvenire all’ avvenire del completamento d’Italia. Oh ! com' essi s’illudono ! Vi fosse anche, per inconcessa ipotesi, consentita la frontiera orientale qual prezzo di una vostra alleanza con Germania e Russia, nel-l'intendimento di sottrarvi ad altri accordi, che altro mai se non. precario sarebbe un tale compenso? È proprio il caso di ricordarsi del trito limeo Danaos et dona forenles. Dopo aver concorso ad inalveare, attraverso alle provincie austriache, la gran fiumana germanica sino agli orli del bacino adriatico, come fareste a distoglierla dal riversarvisi ? Come dire alla strapotente nazione: «Fin qui, e non oltre; vedere si gli azzurri flutti dell'Adria, ma non toccarli: misurarne coll' avido sguardo l'ampiezza, rallegrata dalla festa delle sue vele, e sentirsi la forza di percorrerla, ma rispettare la paura del debole c fermarsi ! » No, no, a nessun prezzo, può tornarvi profittevole cooperare con Germania c Russia a prostrare l'Austria o a -circuirla c stringerla cosi che tomi loro facile in altra occasione di assestarle il colpo di grazia. Comprendo bene ciò che vi tenta ad ascoltare i consigli, senza dubbio assai naturali dell' odio c dell' ira, anziché delta ragione, dinanzi alle stolide ingiurie di che vi onorano gli ebeti della decrepita politica arciducale e gli appaltati Judenpuben della stampa viennese. — D' altro canto comprendo del pari l'avversione alemanno-austriaca, che si aggiunge alle vostre renitenze nel contrastare l'intento che vi consiglio con tanto calore, c sembrami invero assai arduo farla capire agli allocchi della Corte imperiale. Ma per quanto questo sia vero, e i nostri vicini del nord e dell'est ab-