— 234 — gnorie che le avevano prestato l’officio di avanguardie, l’Austria già spintasi fino ad una rada dell’Adriatico, vale a dire fino a Trieste, nella quale, pur lasciandola libero comune italico, stette quasi cuneo confitto fra l’Istria e il Friuli, le due estreme contrade italiane della Repubblica, e potè così impedire eh’ ella riconquistasse a sè e alla nazione la frontiera tutta dell’ Alpe Giulia secondo che aspirava costante-mente dietro la guida dei ricordi di Roma. Confido non sia il solo amore della patria che mi faccia apparire ammirevole e degna dello studio di ogni ricercatore dei fatti italiani non meno la costanza dell1 Istria nel pensiero e nell’ opera nazionale contro tanto succedersi di avversità, di quello che la sagacia di Venezia che seppe valersene, salvando almeno per l’avvenire interessi e destini d’Italia, i quali altrimenti sarebbero periti forse per sempre e forse ancora senza neanche una voce di postumo compianto. — I comuni istriani non cedettero mai nè ai marchesi laici nè ai marchesi chierici ; — tentatosi da questi ultimi di formare per sè un partito in alcuno di essi, dopo quelle volontarie loro dedizioni alla Repubblica che si sono succedute fino dal secolo XII, e spintolo anche a qualche rivolta (sì che certi cronisti veneziani, mal registrando questi singoli fatti, indussero anche storici diligenti a narrare conquiste di Venezia non solo contro il marchesato delle campagne feudali, ma anche contro la stessa Istria, tanto diversa, dei comuni), il patriottismo italiano trascorse pur là, come portava la fierezza di que’ tempi, a sanguinose e barbare vendette per furia di plebe, esempio la più atroce fra tutte che fu detta la strage dei Sergi in Fola; — assalito per mare e per terra da Slavi, Saraceni, Ungari ed altre schiere di barbari e di predoni, nè risparmiato, pur troppo, in quella maledizione delle guerre civili, da Pisa e Genova, che a ferire la potenza di Venezia facevano impeto principalmente contro i lidi istriani, quel popolo fu continuamente in armi così nelle rocche cittadine come sulle navi degli arditissimi suoi stoìi. ossia di quelle svelte flottiglie, alle quali il governo di S. Marco com-