—	yo —
rinzia ), essi possedevano ii corso supcriore della Drava e della Sava, e stavano alle frontiere della Rezia, della Vindelicia, e della Pannonia.
   Essi tenevano molte forze specialmente nel cosi detto Norico ripense o riverasco, e ciò meno per difendersi dagli abitanti, quantunque sempre mal domi, che dalle tribù trans-danubiane.
   Sul gran fiume essi mantenevano tre flottiglie, dette l’una classis Comaginensis, l’altra Arlapensis, la terza Laureacensis.
   Il Norico mediterraneo, cioè fra il Danubio e le Gamiche, era la zona interposta fra le truppe avanzate e la piazza, allora non tanto di frontiera quanto di deposito, che era Aquileia, il massimo e centrale baluardo, la Roma seconda, dalla quale si intitolava, prima di Cesare, tutta la regione dei Carni, che prima che di Foro Juliense ebbe da essa nome di Aquileiese.
    Il Danubio fu pertanto assai lungamente la fossa del gran vallo romano.
   Roma ebbe prima diciassette, poi (alla morte di Augusto' ventinove provinde, più tardi (dopo qudla di Traiano) quarantotto, e da ultimo fin sessanta-quattro. — E notisi che provincie voleva dire regioni; la Pannonia, per esempio, che era tuttJ insieme la Croazia, la Schiavonia, la Bosnia e i confini militari, era una. La Dada, vale a dire molta Ungheria, la Transilvania, la Y'alacchia, la Bessarabia, la Buco-vina e qualche cosa ancora, era un’ altra.
   A qualsiasi altro popolo dò avrebbe dato le