VII PREFAZIONE La comparsa di un Dizionario italiano-croato, che tiene conto, più del solito, delle espressioni della vita moderna, si giustifica da sè. A giustificarla serve anche il fatto che, mentre nella nostra letteratura esistono molti e buoni dizionari per le lingue straniere — ricordiamo 1’ Adamovic, il SamSalovic, il Kangrga, il Lochmer, il Bogadek, il Gavazzi, lo Scherzer, il Knezevió, il Medié, il Ristia, il Velikanovic,. 1’ Ar-hanié-Zivic ecc. — purtroppo mancava un dizionario per la lingua italiana >). Il Parcié, 1’ unico che va seriamente preso in considerazione come dizionario delle lingue italiana e croata — i tascabili dello Svrljuga, del Romizi, del Folladore e del Bilinich vanno esclusi anche perchè i loro stessi autori li riconoscono a priori di minor entità — è ormai, da anni, esaurito nella sua seconda edizione (Segna, 1887.). Fame una terza si presentava un lavoro improbo: occorreva, anzitutto, rifare da capo a fondo tutto il dizionario nel suo testo italiano e così, o quasi, nel testo croato. Perciò, senza badare alle fatiche, ci siamo posti al lavoro di un nuovo dizionario italiano-croato di maggior mole e coscienziosamente compilato secondo i dettami moderni lessicografici. Certo, ogni opera di lessicografia si fonda su lavori preesistenti, per cui appena occorre rilevare qui espressamente che la cosa stà così anche nel nostro caso. Tutavia fummo ben lungi dal prendere come base, come pur accade, una sola opera anteriore; anzi: noi ci siamo attenuti ad eccellenti lavori italiani, come quelli del Tommaseo, del Fanfani, del Rigutini e del Petrocchi, ed in pari tempo abbiamo consultato attentamente molti dizionari speciali delle due lingue. Del resto noi non ci siamo limitati al solito uso di dizionari. Fonte nostra preziosa è stata la vita quotidiana col suo linguaggio ricco e dinamico. E nel raccogliere parole moderne, oltre che nel campo della vita quotidiana, le abbiamo raccolte anche in quello delle scienze, delle arti e del giornalismo. *) Già 70 anni or sono, dunque ai tempi del Paréic, diversi filologi, quali lo Stazic, il Kuzmanié. 1’ Ivicevic e il Danilo, avevano mirato, ognuno da sè, alla preparazione di un dizionario delle due lingue, e il can. Michele Granic, allo scopo di pubblicare un grande dizionario, già aveva lanciato un invito alla prenotazione (Il Nazionale, Zara, 8 novembre 1862). Prescindendo dal fatto che questi sforzi rimasero pìurn desiderium, pur essi ci dimostrano quanto, già allora, stava a cuore ai nostri padri la realizzazione di un buon dizionario delle due lingue.