di Paolo V. 171 Quello è certo che il Pontefice può fallire ne' giudicj particolari» e ziandio avendo ufato ogni diligenza ; ed anco con buona intenzione: e molti de fatto anno fallito in quefto ; e le ftorie ne fono piene; perche dunque non deve il fedele guardare, fe nel precetto vi fia errore ? Màneffuno reputi qui, che il no-ftrofenfo fia deffinire, che firicher-chi lungo, ò breve efanae, mà fi come nelh propofizione è detto,quanto comporta la materia. Sarà commandata cofa si chiara, che in un momento l’uomo conofcerà l’ubbli-go ; altra ricercara (ludio d’un giorno ; ed ad altra forfè non baftarà un mefe. La prudenza Criiliana è quella, che dà in ciò le regole, c non per altra caufa fi danno li termini, fenon acciài! Criftiano penfi, e conofca l’ubbligo ; perche fe foííe ubbligato di ubbidire alla cieca, il dar termine farebbe vano. La feconda parte della propofi-ziotie fegue manifeftamente dalla predetta» perche ogn’uno,cheefe-H a