con Venezia. 43 | Le ì?. di Luglio lo fìeffo Amba-1606'. fciatore riportò al Collegio , che il P^pa aveva detto al Signor d’Aìin-ccurt, che aveva pigliato i voti da tuiti li Cardinali civcalafofpeifio-np delle fu e C£nfure, e che avevano tutti conchiufo unanimamente, che non poteva fare quella fofpenfione, che la Republica non aveffe dato dalla fua parte qusk he fegnò di rì-fpetto, e d’ubbidienza figliale. E poi rapprefentò che il rapa potrebbe 'afcia fi vincere dalla ragione , e fare i pi imi paffi ; mà che in ogni cafo egli età d’uopo fapere come vi corrifponJerebbe la Republica;che ■kriflit n e S. S. non farebbe mai la •rima: che cosìpriegava il Senato ■’af risii al Rè fuo Padrone, e pigliar’ in eflb lui confidenza, poiché non aveva cofa più à cuore, chei loro inte eiT’. Aggiugnendo, che quando avrebbero dato una paro1a pofitiva à S. M. e gli a rebbero fatto intendere quanto povevano fare, forterebbe il Papa à foipaidere le Ile CenCure. A' che il Senato rifpo-